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La definizione di “colon irritabile” spiega una condizione dell’intestino caratterizzata da sintomi come dolore o fastidio addominale, gonfiore eccessivo, alterazione della normale consistenza delle feci (sfatte o a palline), disturbi dell’evacuazione (stipsi o diarrea), eliminazione di muco dall’ano.
Tuttavia, considerare l’intestino solo come un lungo tubo all’interno del quale il cibo è demolito e assimilato non ci consente di comprendere compiutamente le molte funzioni di quest’organo e il suo ruolo centrale nel mantenimento del benessere e della salute. Stiamo infatti parlando di un organo complesso ma anche fragile, sede della parte più importante del sistema immunitario, che produce ormoni e contiene batteri e che riceve e manda informazioni al cervello.
L’alimentazione non adeguata è di solito alla base del colon irritabile. Spesso la dieta di chi soffre di mal di pancia è povera di frutta e di verdure fresche, scarsa di fibre (e quindi di cereali integrali e di legumi), mancante di semi oleosi (noci, mandorle), con eccessi di alimenti di origine animale (soprattutto di carne e formaggi) e una presenza sovrabbondante di alimenti conservati e/o con aggiunta di additivi di vario genere. Anche la monotonia della dieta, risultato spesso della riduzione del tempo dedicato alla cucina e all’acquisto o all’autoproduzione degli alimenti, favorisce l’insorgenza di disturbi intestinali.
Masticare 30-40 volte ogni boccone consente di triturare perfettamente il cibo e di mescolare ad esso una buona quantità di saliva, con immediati effetti positivi sull’andamento della digestione.
I batteri residenti nel nostro intestino svolgono funzioni importanti. Non deve dunque meravigliare che il colon irritabile sia in pratica sempre accompagnato da un’alterazione del suo delicato equilibrio batterico. Equilibrio che va con sollecitudine ristabilito. Innanzitutto con una dieta che comprenda alimenti adatti anche a questo scopo: vegetali crudi (frutta, verdure, noci), alimenti ricchi di fibre (come i cereali integrali), cibi naturalmente dotati di microrganismi perché ottenuti mediante processi naturali di fermentazione: crauti, pane da lievitazione acida (pasta madre), yogurt eccetera.
Sono inoltre assai utili anche integratori di fermenti, in particolare quelli che contengono i seguenti batteri, i più efficaci nel ridurre i sintomi fastidiosi della colite: lactobacillus acidophilus, lactobacillus plantarum, lactobacillus rhamnosus, bifidobacterium bifidum e bifidobacterium breve.
Le erbe medicinali, all'interno di una strategia più ampia (dieta, igiene di vita, attività fisica, equilibrio psichico), possono dare un contributo notevole per ridare equilibrio alla funzione intestinale. La malva è nota per le sue notevoli proprietà disinfiammanti, anche grazie al contenuto di benefiche mucillagini. La camomilla unisce alle proprietà antinfiammatorie anche quelle antispastiche e calmanti. I semi di finocchio contrastano le fermentazioni e gli spasmi intestinali. La ritualità (necessariamente lenta) della preparazione e del consumo dell'infuso è parte importante dell'efficacia terapeutica di questa pozione.
Ingredienti |
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Malva, camomilla e semi di finocchio in parti uguali |
Preparazione |
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Mettete un cucchiaio da minestra della miscela in una tazza d’acqua bollente; coprite e lasciate riposare per 15 minuti; filtrate e bevetene una tazza dopo ogni pasto. Importante: non dolcificate. |