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Gioco d'azzardo e ludopatia: cosa fare

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Il 54,4 per cento degli italiani, quasi trenta milioni, si concede almeno una volta l’anno il gusto dell’azzardo. Quasi un milione appartiene alla schiera dei patologici.


Inseguendo il sogno di vincere del denaro, per sé o per la propria famiglia, o desiderando sfuggire alla noia quotidiana può accadere di affidarsi a scorciatoie e facili vie d’uscita. Gratta e Vinci, SuperEnalotto, slot machine, Bingo, scommesse sportive: la lista di giochi in denaro, per ogni gusto e interesse, è molto lunga.

Ma qualcosa è drasticamente cambiato nel mercato dell’azzardo. Un tempo si giocava nei giorni di festa, in famiglia o con gli amici. Oggi si gioca in solitudine, a qualunque ora del giorno e della notte: al bar, all’edicola, al supermercato o all’ufficio postale mentre si ritira la pensione. Nel giro di qualche decennio, lo Stato ha autorizzato un numero inverosimile di occasioni di azzardo e permesso la diffusione di spot pubblicitari che ci spingono a credere nella “fortuna a portata di mano”.

Non c’è nulla di più falso. Nel 2017, gli italiani hanno perso al gioco 19 miliardi di euro, un giro d’affari d’oro per l’industria dell’azzardo che ha un valore annuo di oltre 100 miliardi. Il fenomeno colpisce adulti e minorenni, ma in modo marcato gli anziani: il 42 per cento degli over 65 gioca d’azzardo. Il 54,4 per cento degli italiani, quasi trenta milioni, si concede almeno una volta l’anno il gusto dell’azzardo. Quasi un milione appartiene alla schiera dei patologici.

Il gioco d’azzardo patologico (Gap) riconosciuto, nel 2012, dal Servizio sanitario nazionale nei Livelli essenziali di assistenza, è una dipendenza comportamentale: il giocatore prova un irrefrenabile impulso a giocare d’azzardo, un’ossessione che comporta continui cambiamenti di umore e lo rende preda di euforia o di repentine crisi depressive.

I nove sintomi del gioco d'azzardo patologico

  1. Il giocatore è ossessivamente assorbito dal pensiero del gioco d’azzardo; ƒƒ
  2. ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori; ƒƒ
  3. ha ripetutamente tentato, senza successo, di smettere o di ridurre le occasioni di gioco; ƒƒ
  4. è irrequieto o irritabile quando interrompe, anche per brevi periodi, di azzardare; ƒƒ
  5. gioca per sfuggire ai problemi o per alleviare stati d’animo dolorosi; ƒƒ
  6. dopo aver perso, torna a puntare con la speranza di “rifarsi del denaro perduto”; ƒƒ
  7. mente sulla gravità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo; ƒƒ
  8. pur di continuare a giocare mette a repentaglio le relazioni affettive e i rapporti di lavoro; ƒƒ
  9. chiede in prestito denaro per fronteggiare e compensare le perdite subite.

Cosa fare

Se vi sembra una strada possibile, prima di tutto iniziate col parlare con i familiari, con il medico di base e, eventualmente, con amici fidati. Ricordiamo, poi, che in ogni città, anche nella più piccola, esiste un servizio completamente gratuito che si occupa di tutte le dipendenze, il Servizio per le Dipendenze (SerD), e di quelle da gioco d’azzardo in particolare. L’indirizzo è reperibile on line o presso il Servizio sanitario di zona.

L'azzardo online

Il mondo dell’azzardo ha ricevuto una accelerazione dall’evoluzione digitale. Internet ha ampliato l’offerta e ha consentito di “giocare” nell’anonimato 24 ore al giorno, utilizzando lo smartphone o il personal computer con cui connettersi agli innumerevoli casinò on line. Eppure tale modalità di gioco comporta un alto tasso di rischio.
Nelle piattaforme online si aggirano truffatori e bari professionisti che sono alla ricerca dell’occasione per far perdere somme ingenti di denaro, sottrarre dati sensibili, clonare carte di credito o riciclare i soldi provenienti dalla criminalità.

Attenzione!

Se proprio non potete fare a meno di giocare d’azzardo on line, almeno adottate rigorosamente alcune precauzioni.

  1. ƒƒLimitatevi a frequentare siti certificati dall’Amministrazione autonoma monopoli dello Stato (Aams);ƒƒ
  2. utilizzate esclusivamente carte di credito prepagate e indirizzi e-mail dedicati;ƒƒ
  3. non diffondete per nessuna ragione la vostra e-mail e il numero di telefono, anche se vi trovate a giocare con più utenti contemporaneamente (multiplayer).

L’istinto al gioco è innato nell’essere umano: giocando, i bambini apprendono e acquisiscono abilità. Cerchiamo di preservare l’aspetto ludico di questa piacevole attività. Non azzardiamo in solitudine, ma giochiamo per divertirci e trascorrere il tempo in allegra compagnia. Magari frequentando un circolo sociale, una lega dello Spi Cgil o un'associazione culturale per fare amicizia, parlare e “metterci in gioco” con persone motivate.

Questo articolo è realizzato da:

Sindacato Pensionati Italiani CGIL

Questo articolo è realizzato con il contributo di:

LiberEtà Federconsumatori

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