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L’imposta municipale propria (IMU) è l’imposta dovuta per il possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli ed è dovuta dal proprietario o dal titolare di altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), dal concessionario nel caso di concessione di aree demaniali e dal locatario in caso di leasing.
L’abitazione principale è definita come l’unità immobiliare in cui il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente.
Con la Legge di Bilancio 2020 è di fatto abrogata la IUC (imposta unica comunale) introdotta nel 2014 e composta da tre tributi: IMU – TASI – TARI. È cancellata la Tasi mentre l’IMU viene rimodulata, per quanto concerne la tassa sui rifiuti TARI rimane vigente, ma è comunque stata prevista già prima dell'approvazione della Legge di bilancio 2020 una sostanziale modifica nei criteri di calcolo e di applicazione.
Per ciascuna fattispecie, l’aliquota dell’IMU è fissata in una misura “standard” modificabile dal comune, in aumento o in diminuzione, entro i margini di manovrabilità stabiliti dalla normativa statale. I comuni devono approvare e rendere pubbliche le relative delibere entro specifiche tempistiche annuali.
In linea generale, l'aliquota di base della nuova Imu è fissata allo 0,86% e può essere aumentata al massimo di due punti fino a giungere all’ 1,06 %. Le amministrazioni comunali possono decidere come modulare l’Imu prevedendo anche di esentare i contribuenti in base a specifici criteri individuati nel regolamento di applicazione.
Per le abitazioni di lusso, ricadenti nelle summenzionate categorie A1/A8/A9, l’aliquota è fissata allo 0,5% con possibilità di incremento dello 0,1% o diminuzione fino ad azzerarla.
Sono assimilate all’abitazione principale e relative pertinenze:
Per avere informazioni di dettaglio circa le aliquote deliberate ogni anno da tutti i Comuni italiani, è possibile recarsi presso la sede CAAF CGIL più vicina.
La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo, dovuto ai comuni, destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.
In linea di massima, il calcolo della TARI è effettuato in base alla superficie catastale o iscrivibile al catasto dei locali e di aree scoperte, detenuti a qualsiasi titolo, anche occupati di fatto o a disposizione.
Sia per l’IMU che per la TARI sono previste specifiche esenzioni e agevolazioni, che variano in base al comune di appartenenza e a specifici elementi pertanto, anche in questo caso, si consiglia di recarsi presso la sede CAAF CGIL più vicina.
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